Notizie storiche

 

Le fonti descrivono Ampsicora come il piu' ricco tra i proprietari terrieri della Sardegna che in quel periodo appariva divisa in due entita': da un lato un'ampia parte della fascia costiera con la quasi totalita' delle aree collinari, inclusa la vasta pianura campidanese, direttamente sottoposta al dominio di Cartagine; dall'altro le aree interne piu' montuose, ancora abitate dalle popolazioni nuragiche, che seppur diventate tolleranti nei confronti dei Cartaginesi dopo molte ostilita', erano ovviamente ostili alla conquista romana.In concomitanza con le vittorie di Annibale, Ampsicora fu animatore, insieme ad Annone di Tharros, della rivolta delle citta' costiere della Sardegna contro i romani del 215 a.C., riuscendo ad ottenere l'appoggio dei cosiddetti sardi pelliti in particolare delle tribu' degli Iliensi presso i quali si reco' a cercare rinforzi per affrontare i nuovi dominatori. Inoltre i senatori di Cornus, la citta' della quale Ampsicora era il magistrato supremo, inviarono degli ambasciatori a Cartagine perche' intervenisse in soccorso dei sardi che erano a conoscenza dei fatti accaduti in Italia e che avevano rafforzato la posizione di Annibale sempre piu' forte contro Roma. Cartagine invio' allora Asdrubale detto il Calvo, con un'armata di circa diecimila soldati.La battaglia campale si svolse nei pressi di Decimomannu secondo Francesco Casula, tra i due fiumi della zona, quindi a poche miglia da Cagliari e vide la sconfitta degli insorti. Il piano di Amsicora consisteva nel marciare sulla citta' in modo tale da tagliare fuori dalla rotta dei rifornimenti le altre citta' della costa occidentale cadute in mano romana. Tuttavia le navi cartaginesi, giunte ormai in vista di Cornus, furono spinte dai venti verso le Baleari. Nel frattempo Tito Manlio Torquato,console romano raduno' a Cagliari quattro legioni e si avvio' verso Cornus. Manlio Sorprese le poche truppe di Cornus guidate da Josto figlio di Ampsicora, che fu' sconfitto e perse la vita nella battaglia, avendo fatto l'errore di affrontare in campo aperto il nemico senza attendere ulteriori rinforzi. Infatti Amsicora si trovava a chiedere rinforzi alle popolazioni dei pelliti e quando sopraggiunse, ricongiungendosi alle truppe cartaginesi sbarcate con ritardo, affronto' anch'egli il nemico, ma fu sconfitto anche perche' i Cartaginesi si arresero. Egli successivamente si porto' in salvo,rifugiandosi presso le tribu' dell'interno. Tuttavia, secondo Livio Ampsicora, addolorato per la morte del figlio Josto e desideroso di non cadere nelle mani dei romani, si tolse la vita.

 

 

 

 
 

 

 

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