Notizie storiche
ORGANIZZAZIONE DELL'ESERCITO ETRUSCO
Le citta' etrusche dal VII al V secolo a.C. erano organizzate sul modello delle
citta' stato greche in quanto ognuna godeva di una propria indipendenza
economica, politica e militare anche se spesso stringevano alleanze tra loro.
Tra il VII e il VI secolo a.C. erano rette da monarchie che in seguito vennero
soppiantate da oligarchie.
Il popolo etrusco non ebbe mai mire di conquista all'interno della penisola
italica ma fu proteso a difendere i propri territori e la propria liberta' con
un'organizzazione militare cosi' ben strutturata tanto da venire presa a modello
da Roma.
Al comando degli eserciti delle varie citta' vi erano dei rappresentanti della
classe oligarchica cittadina al potere che fungevano da generali che avevano il
compito di organizzare l'esercito e da ammiragli con il compito di difendere i
porti e organizzare la flotta.
In battaglia l'esercito era affidato ad un generale, coadiuvato da ufficiali,
che si spostava sul campo con un carro da guerra (biga) o, se il terreno non lo
consentiva, a cavallo scortato dalle sue guardie del corpo scelte tra i migliori
elementi dell'aristocrazia militare. Il simbolo del comando e del potere era
l'ascia bipenne e in parata veniva portato il fascio littorio simbolo anche
dell'alleanza delle locumie dell'Etruria centrale.
Fra il VII e VI secolo a.C. l'esercito etrusco fu improntato sul modello di
quello greco in quanto era costituito da diverse categorie di soldati
appartenenti a differenti classi sociali, ognuna con un ruolo differente e
specifico. Prevedeva fanteria e cavalleria pesante e leggera.
La fanteria pesante era costituita dagli
OPLITI (GUERRIERI DI I CLASSE), di alta
estrazione sociale, costantemente in armi, ben addestrati e protetti da costose
armature. In tempo di guerra rappresentavano l'elite dell'esercito e sebbene
fossero poche unita' in quanto pesantemente armati e protetti, costituivano
l'urto finale e travolgente nella battaglia. In tempo di pace gli opliti si
occupavano della difesa della citta' e dei porti coadiuvando nel compito le
GUARDIE DI CITTA' che erano responsabili del controllo delle porte cittadine e di
altri servizi di "polizia" locale.
In tempo di guerra il resto dell'esercito veniva arruolato, armato e addestrato
tra le classi sociali meno abbienti. I cittadini di ceto medio-alto che avevano
gia' fatto parte delle guardie di citta' andavano a costituire reparti di discreta
qualita'
(GUERRIERI DI II CLASSE).
Il ceto medio-basso andava a costituire la massa dell'esercito meno esperta e
peggio equipaggiata
(GUERRIERI DI III CLASSE) mentre sempre il ceto medio-basso,
i volontari e i mercenari, andavano a costituire la fanteria leggera
(GUERRIERI
DI IV CLASSE) con armamento leggero e caratteristiche d'impiego particolari.
In linea di massima in battaglia l'esercito Etrusco prevedeva l'utilizzo degli
opliti, coadiuvati da guerrieri di II e III classe, nella fase finale dello
scontro e per sostenere zone degli schieramenti in difficolta'; i guerrieri di II
e III classe venivano impiegati nel grosso del combattimento e preparavano
l'intervento degli opliti; ai guerrieri di IV classe cioe' alla fanteria e alla
cavalleria leggera, costituita da soldati armati di giavellotti, archi frombole
e asce a due mani, spettava il compito di esplorazione, ingaggio con il nemico e
la protezione dei fianchi dello schieramento.
Nei ranghi dell'esercito etrusco vi era anche la cavalleria divisa in leggera e
pesante.
La cavalleria leggera veniva arruolata tra la popolazione di origine italica e a
volte era mercenaria provenienti dalle regioni celtiche e apule. Il suo compito
era quello di garantire l'esplorazione del territorio, i collegamenti, la scorta
dei convogli, l'avangurdia, la retroguardia e le protezione dei fianchi della
fanteria in marcia; ad essa era assegnato anche il compito di inseguire il
nemico in fuga. La cavalleria pesante era formata da cavalieri ben armati e
protetti da robuste corazze per cui molto simili ad opliti a cavallo per cui
combattevano per lo piu' a piedi a meno che non si scontrassero con fanterie e
cavallerie leggere in quanto, non essendo muniti di staffe, non avrebbero potuto
sostenere cariche d'urto contro schieramenti nemici compatti. Veniva per tanto
utilizzata per affrontare truppe sparse, per spostare rapidamente truppe
presenti in particolari zone del campo di battaglia, per la scorta dei convogli
e, scelti tra i migliori elementi, per la scorta del generale.
Completavano i ranghi dell'esercito i
SUONATORI DI CORNO E DI BUCCINA che
avevano il compito di trasmettere durante la battaglia, per mezzo di segnali
convenzionali, gli ordini del generale agli ufficiali dei vari reparti. Anche se
non esistono documenti certi presumibilmente erano presenti anche delle
INSEGNE
che servivano come punto di riferimento in battaglia per i soldati appartenenti
alla stessa unita' o per dare segnali visivi.
Quanto alla gerarchia nell'ambito dell'esercito etrusco si puo' presumere che a
fianco del comandante ci fossero dei generali al comando delle varie unita'
etrusche ed alleate. Da essi dipendevano gli
ufficiali dei singoli reparti
coadiuvati da guerrieri esperti e di alto rango con un ruolo simile a quello dei
sottoufficiali e graduati. I generali erano riconoscibili per la ricchezza del
loro equipaggiamento, dalla presenza della scorta personale e dal fatto che
spesso erano montati a cavallo. Gli ufficiali e i graduati delle varie unita'
molto probabilmente portavano piumaggi colorati e crini di cavallo sugli elmi.
Vediamo ora in dettaglio come erano equipaggiati ed armati i guerrieri
appartenenti all'esercito etrusco:
-GUERRIERI DI I CLASSE o OPLITI (fanteria pesante): il copricapo era costituito
prevalentemente da un elmo di tipo
corinzio-calcidese oppure in seguito di tipo Negau entrambi muniti di creste colorate e con piumaggi supplementari per gli
ufficiali (presumibilmente gli ufficiali avevano creste orizzontali che andavano
da orecchio ad orecchio)o piu' tardi di tipo montefortino. L'elmo di tipo
Negau
era quello piu' diffuso nell'esercito con una forma simile ad un morione e poteva
essere munito di supporti per la cresta e di paraguance (a volte costituivano
una vera e propria mascera facciale). L'elmo di tipo Corinzio era di origine
greca e forniva al soldato una copertura completa della testa; da esso
derivarono diversi modelli come quello etrusco-corinzio (Avele Feluske) e
quello italo-corinzio che venivano portati sulla nuca lasciando scoperto il
viso. L'elmo Calcidese aveva apertura per le orecchie e i paraguance erano
mobili. L'elmo Montefortino si diffuse a seguito delle invasioni celtiche nella
prima meta' del IV secolo a.C.
Il tronco era protetto da corazze di tipo muscolare "a torace" di bronzo in uso
prevalentemente per i generali e gli ufficiali o da corazze di tela di lino a
volte sostituite da corazze di cuoio duro; a volte erano presenti delle piastre
bronzee pettorali e dorsali circolari. Le gambe erano protette da schinieri di
bronzo. Lo scudo era di tipo argivo di bronzo di forma circolare adornato con
simboli che servivano a riconoscere i reparti in battaglia. Molti comandanti
erano soliti apporre sugli scudi simboli geometrici e mitologici che ricordavano
il rango militare e sociale. Anche molte citta' adottarono sugli scudi simboli
cittadini per distinguere le loro truppe scelte (come la Gorgone per Populonia,il
cinghiale per Tarquinia). In vita c'era una cinta di cuoio chiusa da una fibbia
di bronzo. La spada e il suo fodero erano sorrette da un'altra cinta di cuoio
posta a tracolla. La spada poteva essere dritta tipica degli opliti greci oppure
di tipo curvo detta kopis di origine italica. Il fodero era di cuoio e legno
munito di un puntale di bronzo lavorato.
L'oplita era armato di una lancia lunga di circa tre metri.
-GUERRIERI DI II^ CLASSE: erano equipaggiati all'incirca come quelli di I^
classe anche se non avevano le corazze di bronzo di tipo muscolare. Gli
schinieri non erano sempre presenti.
-GUERRIERI DI III^ CLASSE: non avevano nessun tipo di piastre protettive ma
vestivano solo casacche di lino di diverso colore. Gli schinieri non erano
presenti. L'elmo piu' diffuso era quello di tipo Negau anche se erano in uso
anche elmi a campana o a vaso sormontati da creste.
Lo scudo per entrambi le classi era di legno di forma quadrangolare con un
ambone di bronzo e rivestito di cuoio o tela colorata. Gli elmi erano di tipo Negau e poi Montefortino anche se erano presenti elmi di foggia particolare di
origine locale. La lancia era piu' corta circa 2,5 metri e spesso era sostituita
da giavellotti molto piu' maneggevoli.
-GUERRIERI DI IV^ CLASSE: ad essi appartenevano vari reparti con diverse
specialita' come gli
ASCIERI
a due mani che affiancavano generalmente gli opliti
nella loro opera di distruzione e sterminio delle truppe nemiche in rotta oppure
per spezzare le lancie delle falangi avversarie. Proprio perche' protetti dagli
opliti non avevano scudo ma solo una corazza di cuoio ed erano privi di altre
armi.
FANTI LEGGERI armati di giavellotti e di una spada o ascia protetti da scudi di
legno e cuoio, senza nessun altra protezione.
ARCIERI e
FROMBOLIERI:anche essi non avevano protezioni anche se a volte avevano
un piccolo scudo di legno o di vimini. Spesso avevano un piccolo pugnale o una
spada o un'ascia.
La CAVALLERIA PESANTE era armata come gli opliti anche se presumibilmente
alleggeriti di alcuni elementi protettivi per una questione di mobilita';
presumibilmente non avevano corazze di bronzo e utilizzavano una lancia piu'
corta.
La CAVALLERIA LEGGERA era armata di giavellotti e spada; lo scudo era di legno o
vimini di piccole dimensioni.